Fettucce in Dyneema e cordini in Kevlar: differenze e applicazioni

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La più forte e leggera fibra sintetica del mondo è stata scoperta per caso nel 1963. Ci sono voluti altri 27 anni per commercializzarla e portarla sul mercato. Nel 1968, durante uno dei suoi esperimenti, il chimico Dr. Albert Pennings fece una scoperta eccezzionale ma fu subito messo a freno dal suo direttore capo della DSM dicendogli che fosse a dir poco una stupidaggine, non centrando poi molto con carbone e fertilizzanti, dei quali si occupavano. Qualche anno dopo apparvero anche Spectra (molto dimile al Dyneema) ed il Kevlar di DuPont, quest’ultimo già dapprima impiegato nel campo balistico. Solamente dopo molti anni si arrivò alla vera e propria produzione e commercializzazione della fibra in Dyneema.

Oggi, Dyneema e Spectra sono i brand leader in moltissimi settori: marittimo, aviazione, sollevamento pesante, pesca commerciale, campo militare, sport, energia rinnovabile e minerario.

Dyneema, Spectra, Kevlar e Nomex

fettuccia-dyneema-2Il Dyneema e Spectra sono formati da una fibra sintetica di polietilene alta resistenza ad altissimo peso molecolare e con molecole estremamente lunghe. Sono noti nell’ industria chimica come UHMW (Ultra High Molecular Weight Polyetylene). Grazie a queste lunghe catene  la forza generata viene trasferita in maniera molto più efficace. È insapore, inodore, non tossico, altamente resistente alle sostanze chimiche corrosive (tranne acidi ossidanti), non assorbe praticamente umidità, resiste ai raggi ultravioletti del sole, ha un basso coefficiente di attrito e resiste molto bene all’ abrasione. Le fibre ottenute vengono tese centinaia di volte in più la loro lunghezza iniziale, in modo da ottenere fibre molto sottili e con tutte le molecole orientate nella stessa direzione, acquisendo infine una cristallizzazione durante il raffreddamento. Quest’ultima raggiunge l’85% della massa totale ed è responsabile della grande tenacità ottenuta. La densità delle fibre ottenute è inferiore all’acqua, quindi galleggia. Entrambi hanno però una temperatura di fusione che si aggira attorno a 130 °C. Tuttavia vengono progettate delle “calze” (o guaine di protezione) che avvolgono questo polietilene, facendo si che supportino temperature superiori ma non continue. Al contrario, diventano fragili sotto -150 °C. Dyneema e Spectra sono i materiali principi nella fabbricazione di funi nautiche e da sollevamento, poiché a parità di peso è 15 volte più resistente dell’ acciaio.

kevlar-55mmIl Kevlar, o polparapenilene tereftalammide, è un altro tipo di polimero altamente cristallino.  È una aramide con cui vengono create fibre  molto resistenti, fini a 5 volte l’acciaio a parità di peso, ma in ogni caso non tanto quanto l’ UHMW. La produzione di fibre aramidiche danno vita ai famosi Kevlar e Nomex, dalle proprietà uniche e di innumerevoli vantaggi. Questi due aramidi sono simili nella loro struttura di base,ma il Kevlar è un para-aramide ed il Nomex è un meta-aramide. Il Kevlar ha un’elevata resistenza (5 volte più forte dell’acciaio), una bassissima perdita di resistenza durante ripetuti abrasioni, piegatura e allungamento e una stabilità dimensionale eccellente; si utilezza principalmente come rinforzo di pneumatici e materiali compositi, come materiali per aerei, barche, automobili ad alte prestazioni e attrezzature sportive. La fusione avviene sopra i 500ºC. Il Nomex ha un’ottima stabilità termica, è un ritardante di fiamma (fusione a 370ºC), è isolante elettrico, ha un’elevata stabilità chimica e resistenza alla radiazione; si impiega per costruzione di indumenti protettivi, filtrazione di gas caldo e isolante elettrico.

 In alpinismo
Oggigiorno sul mercato possiamo trovare un’ ampia scelta di prodotti diversi e adatti a diverse situazioni d’ impiego come vie alpinistiche, arrampicata in falesia, cascate di ghiaccio, alta moltagna, canyoning ed altro ancora. I principali materiali che costituiscono le diverse e variegate attrezzature in commercio sono il Nylon (poliammide, poliestere), il Dyneema (o Spectra) ed il Kevlar (anche il Nomedelweiss-kevalar-5-5-mm-800x321ex, ma meno).
Con il Nylon vengono realizzate le corde d’arrampicata/alpinismo EN 892 e per i lavori in fune EN 1891 – A e B. Il Kevlar invece viene venduto al metro lineare ed è ideale per realizzare soste di ancoraggio, proteggere l’arrampicatore lungo la via passando il cordino attorno a clessidre, piante e spuntoni e per la realizzazione di nodi autobloccanti; viene normato dalla EN 564 (attrezzatura d’ alpinismo e scalata – corda ausiliaria). La maggior parte degli anelli di fettuccia cuciti presenti nel mercato internazionale optano da tempo ormai per il Dyneema, grazie ai suoi molteplici pregi sopra descritti ed aggiungendo il fatto che gli alpinisti prediligono molto il fattore “peso”, soprattutto se si trovano ad affrontare lunghe ed impegnative salite.
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Questi anelli di fettuccia cuciti sono normati dalla EN 566 (attrezzatura d’ alpinismo e scalata – anelli di fettuccia) ma, da poco tempo, alcuni costruttori come Petzl li certificano anche EN 795-B (dispositivi individuali per la protezione contro le cadute – dispositivi di ancoraggio). È il caso della ST’ANNEAU e PUR’ANNEAU di Petzl, o la ARO SLING DYNEEMA di KONG le quali vengono certificate con entrambe le norme. Esistono in commercio anche prodotti con più certificazioni, come la YAKU VARIO di KONG in Dyneema, ideata appositamente per soccorso in elicottero e normata anche
EN 354, 566, 358 e 795-B. Insomma, ce n’è per tutti i gusti ed utilizzi.
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La principale pecca del Dyneema, come già accennato prima, è il basso punto di fusione (circa 130ºC), nonchè la bassissima percentuale di allungamento. Gli anelli di fettuccia in Dyneema cuciti o, come nel caso della YAKU VARIO di KONG con presenti diversi anelli di fettuccia per la regolazione, NON dovrebbero mai essere utilizzati come “cordini fissi” o “cordini di posizionamento” poichè, in caso di caduta anche con fattori molto ridotti e cordini corti, la forza d’arresto trasmessa sarebbe molto elevata e ben al disopra della soglia dei 6KN ammessi nei lavori in quota o in fune. Altra cosa da evitare assolutamente, ma spesso indicata nei libretti di uso e manutenzione dei prodotti e sotto la norma EN 566, è di eseguire un nodo semplice per accorciare l’anello di fettuccia, operazione tipica di quando lo scalatore esegue soste di ancoraggio fisse o semi-mobili o si protegge lungo il tiro di una via in montagna; prove fatte ormai a destra e a manca hanno fatto riscontrare una diminuzione significativa del carico di rottura di un anello di fettuccia cucito in Dyneema con presente un nodo semplice (fettuccia da 120cm con nodo semplice e con fattore di caduta 1), facendola rompere esattamente sul nodo eseguito (la stessa prova eseguita con fettuccia in Nylon non porta alla rotturaa), sebbene il Dyneema
abbia un’elevata resistenza e molto superiore a quella dell’acciaio.
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ATTENZIONE: leggere attentamente il libretto di uso e manutenzione dei prodotti acquistati! Le fettucce in Dyneema o Nylon certificate anche EN 795-B non consentono l’ esecuzione di un nodo di accorciamento qualora la si stia utilizzando per lavorare in quota o in fune (altrimenti non risponderebbero ai requisiti dei metodi di prova della suddetta norma), al contrario di come indicato, sempre nello stesso libretto, per la EN 566!
Consigliamo quindi di conoscere il più possibile il materiale che utilizziamo, i suoi pregi ma anche i difetti, sia in arrampicata che nei lavori in fune o in quota; questo ci permetterà di evitare errori forse irreparabili e di usare al meglio l’attrezzatura che abbiamo acquistato, impiegandola nel suo miglior utilizzo e, aggiungeremmo anche, NON prendere come bibbia tutto quello che troviamo indicato nei libretti dei prodotti che compriamo.

Andrea De Giacometti | X-Vertical | www.xvertical.it

Foto: Petzl-Kong-Climbing Technology-Camp

Fonti: dsm.com-fondear.org